Il Tao della filosofia by Alan Watts

Il Tao della filosofia by Alan Watts

autore:Alan Watts [Watts, Alan]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
Tags: Philosophy, Taoist, Religion, Taoism, Buddhist, Buddhism, General, Eastern
ISBN: 9788867089086
Google: sc9BDwAAQBAJ
editore: Lindau
pubblicato: 2017-11-29T00:00:00+00:00


1 Matteo 6,28-29. [N.d.T.]

2 Ivi, 6,30-32. [N.d.T.]

3 (1832-1904) poeta e giornalista inglese, noto soprattutto per aver scritto The Light of Asia. [N.d.T.]

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Immagini di Dio

Immagino che molti di voi conoscano la vecchia storiella di quell’astronauta, di ritorno da un lungo viaggio nello spazio, al quale chiedono se sia stato in Paradiso e se abbia visto Dio. Lui dice di sì, al che gli domandano: «E Dio com’è?», e lui risponde: «È femmina e nera». Ora, anche se questa è una storia molto nota e ripetuta, contiene una verità molto profonda. Una volta conobbi un monaco che era stato agnostico e persino ateo, poi aveva cominciato a leggere gli scritti di Annie Besant, la teosofa britannica che proclamava la forza vitale, l’élan vital. Più leggeva questo tipo di filosofia e più capiva che questi autori parlavano di Dio in maniera autentica. Io ho letto un bel po’ di speculazioni filosofiche sull’esistenza di Dio, e tutte prendono le mosse dal seguente ragionamento: se siamo persone intelligenti e ragionevoli non possiamo essere il prodotto di un universo unicamente meccanico e privo di senso. I fichi non crescono per terra, l’uva non ha le spine, e quindi noi, come espressione dell’universo e come specchio attraverso il quale l’universo osserva sé stesso, non possiamo essere un mero accidente. Se questo mondo «produce esseri viventi» come un albero produce frutti, allora l’universo in quanto tale, l’energia che lo sostiene – il «fondamento dell’essere», come lo ha definito Paul Tillich1 – deve essere intelligente. Ciononostante, bisogna stare molto attenti nel giungere a questa conclusione, perché si corre il rischio di passare a un’altra conclusione non autorizzata, quella per cui l’intelligenza suprema, la meravigliosa potenza creatrice di tutto l’esistente, coinciderebbe con il Dio biblico. Bisogna stare attenti, perché Dio, contrariamente ai suoi comandamenti, è modellato sull’immagine stereotipata del tiranno paternalistico, autoritario e misericordioso tipica dell’antico Medio Oriente.

Ora, è molto facile cadere in questa trappola, essendo stata istituzionalizzata dalla Chiesa cattolica romana, nelle sinagoghe e dalla Chiesa protestante. La verità è tutta lì, pronta per essere accettata, e, sotto la pressione del consenso sociale, per noi è del tutto naturale porre come assunto che quando qualcuno pronuncia la parola «Dio» si riferisca alla figura del padre celeste. Perfino Gesù utilizzava questa analogia del «Padre» per designare la sua esperienza di Dio, dal momento che non ce n’erano altre disponibili nella sua cultura; oggi, però, ci ribelliamo contro questa immagine di un padre autoritario. Tuttavia, per rigettare l’immagine paternalistica di Dio come un idolo non è necessario essere atei, benché io sia stato sostenitore di un certo «ateismo in nome di Dio» come forma di esperienza, contatto o rapporto con Dio, che è il fondamento del nostro essere e non deve essere incorporato o espresso per mezzo di un’immagine specifica. Tuttavia, generalmente i teologi non amano questa idea, perché, come ho scoperto discutendone con loro, sono un po’ più testardi sulla natura di Dio. Vogliono affermare che Dio ne possiede una specifica. Il monoteismo etico insiste nel sostenere che chi governa



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